Rischio focolaio nel catanzarese dopo che gli ospiti e il personale di una casa di cura di Chiaravalle, nelle Preserre, sono stati sottoposti a tampone per verificare se siano stati o meno contagiati dal Covid-19.
Tutto sarebbe partito dalla positività di una 91enne che è attualmente ricoverata nell’ospedale Pugliese-Ciaccio del capoluogo di regione e le cui condizioni apparirebbero comunque stabili.
Inevitabili sono scattati immediatamente i controlli sanitari anche per tutte le persone che potrebbero aver avuto contatti con l’anziana, e si attende l’esito dei test per comprendere esattamente quanti abbiano potuto contrarre il virus.
Da quanto spiegato direttamente dal sindaco di Chiaravalle, Domenico Donato, l’unità di crisi, mercoledì, ha posto sotto controllo quaranta dipendenti presso la struttura ed un’altra che si trova invece nel suo domicilio, mentre giovedì si è continuato con altri due tamponi ad altrettanti lavoratori che presentano uno stato febbrile e che si trovano anch’essi nelle loro abitazioni.
Donato ha fatto sapere che, ovviamente, i test sono stati effettuati anche ai 66 ospiti allettati della casa di cura: “il risultato, ancora, non ci è dato sapere” ha affermato il primo cittadino aggiungendo che “i tempi sono lunghi… perché in realtà si possono effettuare - così ci hanno riferito - trenta tamponi e per un tempo di controllo molto lungo, intorno alle 6/7 ore”.
In attesa del risultato ieri l’amministrazione e lo stesso sindaco, anch’egli sottoposto al tampone insieme ad altri tre amministratori e dipendenti, hanno avviato i primi censimenti su tutto il personale “per sapere che relazioni hanno avuto in questi 14 giorni antecedenti il 25 (marzo, ndr), nel campo sociale: con chi si sono intrattenuti, con chi hanno avuto rapporti personali, in modo da essere pronti nell’eventualità più disperata di casi di positività”.
Non rimane dunque che attendere i responsi ufficiali dei laboratori catanzaresi che se dovessero confermare un numero elevato di positività al Covid potrebbe portare alla “chiusura” anche della cittadina di Chiaravalle, così come avvenuto per altri sei centri calabresi ritenuti “focolai” delle infezioni: Serra San Bruno, nel vibonese; Montebello Jonico, nel reggino; San Lucido, Rogliano e Santo Stefano di Rogliano , nel cosentino; e Cutro, nel crotonese.
Non uno ma ben cinque comuni catanzaresi sono divenuti “zona rossa” dopo che sarebbe stato accertato un focolaio presso una casa di cura di Chiaravalle Centrale.
Il provvedimento è stato disposto in queste ore dal Presidente della Regione Calabria, Jole Santelli, che precisa: “Dopo l’esito dei tamponi eseguiti su tutti gli ospiti e sul personale presso il centro per anziani SALUS di Chiaravalle Centrale, ho firmato con un’ordinanza che dispone la ‘chiusura’ di Chiaravalle Centrale, Soverato, Cenadi, Torre di Ruggero, Vallefiorita.” Una disposizione non casuale, la Governatrice ichiarisce infatti che: “è da questi comuni che proviene il personale operante presso la struttura nella quale si sono verificati 40 tamponi positivi tra gli ospiti, con ulteriori 10 persone da sottoporre nuovamente a valutazione e 12 positivi tra il personale, con 5 persone da rivalutare.” “Una incidenza che, insieme al Dipartimento Tutela della Salute, Politiche Sanitarie abbiamo valutato come rilevante anche alla luce del fatto che potrebbe determinare un grave ampliamento dei focolai di infezione, non diversamente contenibile.” Precisa la Santelli, che avanza: “L’ordinanza prevede il divieto di........
allontanamento dai territori comunali da parte di tutti gli individui ivi presenti, riducendo drasticamente ogni possibilità di socializzazione, limitando al massimo ogni spostamento; il divieto di accesso nel territorio comunale; la sospensione delle attività degli uffici pubblici, fatta salva l'erogazione dei servizi essenziali e di pubblica utilità. Possono transitare in ingresso e in uscita dai singoli territori comunali gli operatori sanitari e socio-sanitari, il personale impegnato nei controlli e nell'assistenza alle attività riguardanti l’emergenza, nonché gli esercenti delle attività consentite sul territorio e quelle strettamente strumentali alle stesse, con obbligo di utilizzo di dispositivi di protezione individuale e fermo restando la limitazione della presenza fisica del personale per quanto strettamente indispensabile.”
allontanamento dai territori comunali da parte di tutti gli individui ivi presenti, riducendo drasticamente ogni possibilità di socializzazione, limitando al massimo ogni spostamento; il divieto di accesso nel territorio comunale; la sospensione delle attività degli uffici pubblici, fatta salva l'erogazione dei servizi essenziali e di pubblica utilità. Possono transitare in ingresso e in uscita dai singoli territori comunali gli operatori sanitari e socio-sanitari, il personale impegnato nei controlli e nell'assistenza alle attività riguardanti l’emergenza, nonché gli esercenti delle attività consentite sul territorio e quelle strettamente strumentali alle stesse, con obbligo di utilizzo di dispositivi di protezione individuale e fermo restando la limitazione della presenza fisica del personale per quanto strettamente indispensabile.”
“L’ordinanza prevede anche adeguate disposizioni per la gestione dei casi all’interno dell’RSA interessata e un supporto ai cittadini residenti nei Comuni interessati per la risoluzione delle problematiche specifiche che potrebbero verificarsi alla luce del provvedimento”, conclude il Presidente della Regione Calabria.
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